Le Feste Sacre nell’Alto Salento

La Puglia e il Salento sono una terra ricca di tradizioni, folklore, eventi e feste di paese che offrono l’occasione di trascorrere splendidi weekend o vacanze. Tra riti religiosi, rievocazioni storiche e fiere locali, la puglia è un luogo che offre ospitalità tutto l’anno. Eccezionale importanza ricopre il Salento con la sua campagna fiorente e con la meravigliosa costa puntellata di spiagge e di insenature rocciose, caratterizzate da un mare pulito.

S. GIUSEPPE – 19 MARZO

In questo giorno si imbandisce una tavolata, “la mattra”, costituita per lo più da piatti (nove o tredici) tipici ercolani: “tria” (tagliatelle) condita con olio fritto e pane grattugiato, tria con miele, “ampasciuni” (mascari) fritti ed al sugo, baccalà e pesce fritto, cavolfiori fritti.
Questa manifestazione, che attualmente riveste un carattere votivo, era la normale dieta dei progenitori. Caratteristica saliente di questo giorno è quella di offrire ai convenuti, in segno di pace, “l’uccellino”; il piatto in questione è fatto semplicemente con farina ed acqua, senza lievito e, nei giorni in cui stava per abbattersi sul paese un temporale, era usanza sbriciolarlo e distribuirlo ai quattro venti, per allontanare l’evento calamitoso.
Nel dialetto locale, la parola MATTRA indica una specie di cassa di legno di forma rettangolare dove si impasta la farina per preparare il pane. Nella festa essa diviene simbolo di prosperità ed abbondanza.
Il giorno di S. Giuseppe le mattre vengono disposte in piazza e lungo le strade che circondano il Santuario di Santa Lucia, dove si custodisce la statua del Santo. Su di esse vengono disposte le diverse pietanze, in numero di nove secondo alcuni e in numero di tredici a parere di altri. Un tempo il pranzo veniva offerto, per devozione al Santo, dai benestanti del paese e consumato dai più poveri; oggi vi provvedono centinaia di devoti e volontari che hanno a cuore il perpetrarsi della tradizione.
Nella Mattra, secondo la più antica tradizione, fanno bella mostra i cibi di S.Giuseppe che era “spilusu” e, quindi, accettava di buon grado offerte varie e di sapore diverso. Il piatto fondamentale è la TRIA; sempre della tradizione sono le fritture di pesce, cavolfiori, “ampasciuni” e baccalà. La pasta col miele, infine, per lo più bucatini, chiude l’elenco dei piatti tipici e, probabilmente, sostituiva i dolci (zeppole) e la frutta, rigorosamente secca: noci, mandorle , noccioline.
A mezzogiorno in punto, la statua di S. Giuseppe esce in processione preceduta dai “fratelli” dell’Arciconfraternita dell’Immacolata e dal parroco che provvede, durante il percorso, a benedire, una alla volta, le diverse mattre. Al termine della processione, uno o più spari segnano l’inizio del pranzo. Oggi l’assalto alle mattre avviene in forme civili; nei tempi passati, invece, bisognava conquistarsi lo spazio necessario a gomitate.

SANT’IRENE: LA PATRONA – 5 GIUGNO

Festa di Santa Irene : il 5 giugno di ogni anno, dal XVIII secolo, viene festeggiata ad Erchie Santa Irene, santa patrona del paese. La leggenda narra che nel 1897, alle 3 del pomeriggio, arrivò su Oria un violento ciclone che, oltre a devastare gran parte del paese, causò circa 70 morti e 400 feriti. Alla stessa ora, un contadino di Erchie mentre si recava in campagna si accorse che il cielo divenne minaccioso e il fortunale si stava avvicinando sempre più pericolosamente ad Erchie. All’improvviso il contadino vide nel cielo S. Irene che, circondata da nuvole, con le braccia aperte fermava la tempesta come in un abbraccio, ricacciandola lontano da Erchie e impedendo così un sicuro disastro.

LI “PIZZARIEDDI”

Si tratta di un tipo di pasta piuttosto tipica del paese e sparsa anche in tutta la zona salentina. Vengono presi dei piccoli pezzettini di pasta e gli stessi vengono arrotolati attorno ad un filo di ferro che viene fatto girare su sé stesso sopra di un tavolo facendoli diventare di forma simile alle penne ma senza le punte ai lati. Tale pasta viene consumata assieme alle orecchiette (anche queste dai più esperti fatte a mano prendendo ogni singolo pezzo e modellato con l’uso di un coltello). Solitamente tale pietanza si consuma con il sugo di pomodoro e, a seconda dei gusti, grattugiandogli sopra un po’ di pecorino locale.